domenica 18 luglio 2010

Roma Flavio

Flavio Roma nasce a Manesseno di Sant'Olcese, Genova, nel 1950.
Espone dal 1964. La sua esperienza con la ceramica e in seguito con la scultura, inizia nel 1966, nella fornace di Lino Grosso ad Albisola.
La sua prima mostra personale risale al 1967 nella Galleria dei Leuti di Albissola Marina.
Nel 1968 gli viene assegnato il 2° premio e nel 1969, il 1° premio assoluto, alla Rassegna Nazionale di Scultura di Frabosa Soprana, (Cn) alla quale partecipano note firme del panorama artistico nazionale.
Gli sono attribuiti altri riconoscimenti nel corso del tempo, tra i quali ricordiamo il 'S. Michele d'Argento', alla Rassegna Nazionale di Grafica di Palazzo Doria a Genova, nel 1972.
In quegli anni (1966-72), modella ogni giorno decine di opere, che poi regolarmente distrugge, rimpastando l'argilla, per dar forma a nuove creazioni. Instancabile disegnatore.
Tutto è oggetto di attenta osservazione e di studio.
Lavora nella Fabbrica Casa Museo G. Mazzotti 1903 e nella Fabbrica di Ceramiche del futurista Ivos Pacetti, l'attuale Studio Ernan Design, lasciando importanti opere in permanenza.
E' attratto da grandi artisti del 1400, come Carlo Crivelli, Paolo Uccello, Albrecht Durer e poi Martini, Moore e Zadkine.
Si propone audacemente come scultore, pittore e ceramista, tra i giovani protagonisti della grande stagione artistica albisolese, pur mantenendo, per scelta, notevole autonomia, eludendo "facili vie di apparente successo". Sono di quel periodo opere dalle quali, si rileva oggi, una straordinaria coerenza stilistica con quelle recenti. Scolpisce legno, gesso, cemento, assembla metalli. Realizza un bestiario in rame di grandi dimensioni e sculture di piccolo formato in argento massiccio e pietre dure.
Nell'aprile del 1998, inaugura, in un piccolo locale del prestigioso "Castello Barile" (XVI sec.), ad Albisola Mare, uno studio con spazio espositivo. Nel 2002 modella un grande pannello per un monumento ''Inno alla Vita'' che viene posto nella piazza antistante la sua casa natale a Manesseno. Realizza anche assemblaggi scultorei di grandi dimensioni rappresentanti personaggi e cavalli che esprimono al tempo stesso il concetto di energia, psicologica prima ancora che fisica. Nel 2003 la sua creatività è volta ancora a opere molto significative, come le grandi stele, nelle quali inserisce le sue figure, come in eterna attesa, imprigionate da astrazioni e riferimenti informali, oppure sovrastandoli. Sono di questo periodo sculture di grandi dimensioni, tra le quali ricordiamo "Profumo di libertà", "Reale-Informale", e una serie di bozzetti per fusione in bronzo intitolata "Astrazioni". Prepara diverse cartelle di disegni dalla personalissima tecnica, che chiama Washpainting. Nel 2004, nello spazio espositivo del suo studio, presenta nuove opere: Inflating Sculptures, o 'sculture che si sgonfiano', preludio di una nuova fertile stagione creativa, sempre in linea col suo inconfondibile segno. A fianco alle "sculture che si sgonfiano" troviamo, nel 2005, la serie di terrecotte con ossidi metallizzati, dal titolo "OvoMania".

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